Le lezioni verteranno principalmente sull’importanza dell’ascolto, del corpo nello spazio e sull’importanza della padronanza della tecnica. Fondamentale è in questo cercare di capire dove si trova la verità nella finzione scenica e quali sono i meccanismi attraverso i quali l’attore riesce a coinvolgere lo spettatore nel suo “gioco”.
Per l’ascolto propongo vari esercizi dal metodo Meissner, come per esempio il “repeat”, con diversi gradi di difficoltà, che prevede due attori seduti l’uno di fronte all’altro impegnati a inventare un dialogo attraverso l’ascolto reciproco.
Per la presa di coscienza del corpo nello spazio scenico proporrò alcuni esercizi di Alessandro Santoni.
Per la padronanza tecnica lo studio di alcuni atti unici di Shell Silverstein come “Una scarpa da tennis” (dialogo), “Indossare il casco di protezione” (monologo maschile), “Non dare da mangiare all’animale” (monologo femminile).
Silverstein, vignettista, autore di storie illustrate per bambini e per adulti, poeta, drammaturgo, musicista, cantante (1930-1999) è uno dei personaggi più poliedrici e sorprendenti della scena americana dello scorso secolo. Ha uno stile inconfondibile che si manifesta indipendentemente dal medium impiegato, ma anche dalle parentele culturali a cui si potrebbe ricorrere per inquadrarlo. Il suo umorismo nero, gli atti di crudeltà gratuita, possiedono da un lato la conoscenza di ciascun mezzo espressivo così del portato umano di ogni forma d’arte. Ho scelto apposta questo autore dalla scrittura concisa e sintetica perché prevede uno studio del ritmo, dell’ironia, del grottesco che l’allievo può così scoprire in sé.