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Sarà un percorso a metà tra la recitazione e la scrittura di sé e per sé. Da tempo lavoro con professionisti e giovani attori sulla scrittura come un completamento importante per acquisire una maggiore consapevolezza di sé in quanto attori, i propri limiti, i punti di forza. La scrittura – si sa-  mette a nudo. Ma concentrarsi sulla scrittura mette l’accento anche su  altri aspetti fondamentali dell’esperienza attoriale: il sapere leggere un copione, soprattutto quello che non ci è scritto, quello che è nascosto e va scoperto e interpretato, il saper individuare il tema di una scena, il viaggio di un personaggio, abituarsi a ragionare in termini narrativi. Questo ci darà la spinta per affrontare qualcosa di aereo e qualcosa al contrario di molto concreto: l’immaginazione, qualità indispensabile per un attore, un muscolo invisibile che bisogna imparare a far allenare. E poi quello che io chiamo le “intenzioni del corpo”, perché ogni volontà di ogni personaggio dovrà scorrere in un corpo, dovrà confrontarsi, lottare con un corpo. Gli attori italiani conoscono e usano poco i loro corpi, per molte generazioni fare l’attore era un’attività che arrivava fino alla gola compresa, il resto veniva a traino. Invece, dato che la filosofia e la scienza nel frattempo hanno capito che Cartesio sbagliava a distinguere testa e corpo, ogni attore deve essere una entità unica: inutile chiedersi dove si mettono le mani, è solo il personaggio che interpreti che può dirtelo. Un personaggio che non è solo voce, battute, pensiero, ma anche un corpo, che alla fine dei conti si regge su due polpacci.

DUCCIO CAMERINI

Ha iniziato in cinema come assistente di Mario Monicelli, poi in teatro come attore, lavorando con Giancarlo Sepe, Gabriele Lavia, Antonio Calenda, e ha seguito all’Università di Roma le lezioni di drammaturgia di Eduardo De Filippo.

Nel 1987 comincia a scrivere testi suoi per il teatro, che interpreta e mette in scena. Da allora dirige anche classici e contemporanei, tra cui Pinter, Moravia, Campanile, Cechov (su cui tiene come docente uno stage all’ Università di Roma). Come autore collabora con Luigi Magni (A perdere), Ettore Scola (La Visita), Massimo Troisi (Nottataccia, anche regia), Suso Cecchi d’Amico (Bruno aspetta in macchina), scrive e dirige per Marco Giallini (Carta e Penna), Rocco Papaleo (Scoppio d’Amore e Guerra), Arturo Brachetti (Sogno di una notte di mezza estate, anche regia), Maria Paiato (Formazione di una coscienza di largo consumo), Amanda Sandrelli, Lucrezia Lante della Rovere (Privacy, anche regia), Massimo Wertmuller (Primavere su primavere, anche regia) , Antonio Catania (Plastica), Giorgio Tirabassi (Cinque),Chiara Noschese (Zot, Mondo secondo, anche regia).

Nel 1997 fonda “La Casa dei Racconti”, compagnia di cui è drammaturgo, per cui crea “Tribù” (2000) , “Mondo Secondo” (2002) , “Orienti” (2004) , “I sonetti di Shakespeare” (2005), “Bambinacci” (2007). Con la compagnia fa tournèe in Spagna, Francia, Slovenia, Egitto, Svizzera.

Il suo dramma “How long is now”,  nel 2012 è stato segnalato al 50° Premio Riccione per il teatro italiano.

Dal 2005 al 2010, crea e dirige La Festa dei Racconti, manifestazione di narrativa spontanea, organizzata con successo per il Comune di Roma. Dal 2007 dà vita al Cammino dei Racconti, circuito teatrale con dodici teatri nel centro Italia.

E’ attore di cinema, avendo lavorato tra gli altri con registi come Paolo Sorrentino (The Young Pope, Loro) David Frankel (One Chance) Daniel Percival (Crossing Lines) Marco Risi (Fortapasc, L’Aquila), Woody Allen (The Bop Decameron), Daniele Vicari (Diaz-don’t clean up this blood), Stefano Sollima (Romanzo Criminale), Gianluca Tavarelli (Non mentire), Barry Morrow (All you ever wished for), Jens Sjögren (Zlatan).

Nel 2016/2017 va in scena al Teatro  Eliseo Risorgi, sua riscrittura di “Re Lear” e “The Connection” di Jack Gelber, dove mescola i temi del potere, delle generazioni e delle dipendenze, ad una indagine sulla decadenza di Roma.

Nelle seguenti stagioni è in scena con “Il Penitente” di David Mamet,ed è Ragueneau in Cyrano di Bergerac.

Dal 2020 al 2022 è Charlie in Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller con Michele Placido.

Con Alessio Boni è tra i protagonisti della serie RAI La lunga notte.